Come molti sapranno ho frequentato la Facoltà di Viticoltura ed Enologia all’Università di Pisa e, da dopo laureato, ho intrapreso un’altra strada che è quella della Divulgazione Enologica tramite i Social Media fornendo anche consulenza per le aziende vitivinicole che volessero iniziare a comunicare su questi canali.
Avendo molte persone che mi seguono che sono studenti di enologia, altre invece che si stanno affacciando al mondo universitario alla ricerca di quale facoltà scegliere, in questo articolo darò alcune impressioni sulla Facoltà di Viticoltura ed Enologia sperando possano essere utili a chi interessato.
Cosa fa un Enologo
Spieghiamo innanzitutto che l’enologo è colui che si occupa della produzione enologica di una cantina.
Grazie alle sue capacità deve essere in grado oltre che dirigere una vendemmia (tempi di raccolta delle uve specialmente) anche di fornire una vinificazione ed un affinamento adatto per produrre un ottimo vino.
Per ottimo vino non c’è una definizione precisa considerando che dipende dall’obiettivo dell’azienda (che potrebbe produrre anche un vino da tavola se impostata per questo) per cui io intendo un ottimo vino che riesca a far raggiungere l’azienda gli obiettivi prefissati a livello aziendale.
Tale lavoro è diviso anche con altre professionalità come l’agronomo per quanto riguarda la vigna e il commerciale per quanto riguarda le vendite, sta di fatto che visti i tempi che corrono molte aziende con personali ridotti si ritrovano ad affidare ad una sola persona più ruoli da svolgere.
Che cosa si studia a Viticoltura ed Enologia
Molti magari non se lo immaginano, ma l’argomento più trattato nel corso di studi è la chimica.
Questo perché l’enologo lavora sul vino, e alla base del vino c’è la natura, ma alla base della natura c’è quindi la chimica composta di legami che si uniscono o si spezzano tra loro per dare vita a nuove forme.
Non mi voglio affossare sulla filosofia per cui basta sapere che ogni fase, dalla maturazione delle uve fino alla loro vinificazione e all’affinamento, avviene grazie a leggi chimiche che devono essere conosciute e gestite per l’appunto dall’enologo.
Altre materie importanti sono ovviamente l’agronomia e l’enologia (che si rifà sempre alle nozioni di chimica), ma che rispetto alle materie di chimica (che compongono circa 4-5 esami) restano secondarie anche se importanti.
Possibilità lavorative
Questa facoltà ti permette di avere numerosi sbocchi lavorativi, che vanno dall’essere assunto in cantine come addetto in cantina o in vigna, oppure nei laboratori di ricerca, nei vivai, nella distribuzione ed in qualunque altro ramo che comporti conoscenze agricole.
Molti studenti però alla fine della laurea triennale continuano frequentando lauree specialistiche (spesso improntate sempre alla viticoltura e all’approfondimento di argomenti studiati nella triennale) o conseguono dei master dove ampliano le loro conoscenze magari anche in ambiti come il marketing e il commercio internazionale.
Limiti del corso
Come in ogni corso di laurea quello di viticoltura ed enologia ha alcuni limiti.
Grande (se non grossissima) premessa: le osservazioni che seguiranno sono fatte considerando la mia esperienza di studi e quella di altri 35 studenti provenienti da altre università, ma frequentanti sempre un corso di laurea di viticoltura ed enologia.
Un limite è il fatto che gli sbocchi lavorativi per diventare veramente enologo sono sempre di meno.
Questo perché è un mercato già saturo (parola di molti laureati, ma anche enologi di settore) che permette di far diventare enologo solo chi consegue numerose esperienze di vendemmie e gestioni di cantine da addetto di cantina.
In parte è anche una strada giusta da fare ovvero considerando che l’università non ti prepara molto a livello pratico, ma quasi esclusivamente a livello teorico, questo è pur sempre un giusto percorso per far acquisire ad una persona le giuste competenze prima di svolgere la professione di enologo.
Conclusioni
Uno dei motivi principali per il quale ho voluto scrivere questo articolo e, oltre a quello di darvi una panoramica generale del corso di studi, anche quella di far capire il lavoro dell’enologo e le tempistiche che richiede.
Alcuni prima di iscriversi penseranno erroneamente che finita la facoltà si è subito enologi, non è così.
Servono prima anni di esperienze in cantina, lavoro, tanta passione e curiosità dopo il percorso di studi per acquisire realmente le competenze necessarie per svolgere questo lavoro.
Per chi avesse qualche domanda o altri dubbi scrivetemi qui sotto nei commenti sperando con questo articolo di aver chiarito alcuni punti su quella che resta una delle professioni più ambite e affascinanti del mondo enologico.